Dopo l’esperimento, in tandem con Romero, di Due occhi diabolici, Argento torna a una storia gialla più tradizionale. Sullo stile dei suoi primi lungometraggi evita riferimenti all’horror. La sceneggiatura, scritta con l’aiuto dello scrittore americano T. E. D. Klein, contiene sia spunti psicologici che di realismo molto efficaci. Non mancano auto-citazioni e movimenti magistrali della macchina da presa. Oltre alla soggettiva di una farfalla, è bella l’idea iniziale della messinscena di cartone ispirata alla Rivoluzione francese. Aura è una ragazza anoressica di origine rumena ed è fuggita da una clinica. Incontra per caso David che le salva la vita. Viene però riportata a casa…
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